martedì 14 maggio 2013

Götterdämmerung, Il Crepuscolo degli Dei "in prova"


Arrivare qualche minuto in ritardo alla prova era forse quello che Wagner voleva per il suo pubblico. Entrare in silenzio nel palco buio per essere immediatamente travolta dalla musica è, in effetti, quello che ho provato. Ma Richard Wagner è un autore estremamente complesso, la sua è una drammaturgia di concetti non di sentimenti, e anche il pubblico dell'epoca faceva fatica a capirlo.

L'abbonamento alle prove della Scala è una tra le cose che mi legano ancora a Milano, e offre molti vantaggi! C’è un’atmosfera silenziosa nel teatro semivuoto e la presenza degli addetti alla regia a metà della platea rende tutto più affascinante; puoi avere un palco tutto per te dove metterti comodo senza che il vestito da sera ti costringa in posizioni marmoree ma soprattutto, se sei fortunato, puoi imparare molto.


Il Crepuscolo degli dei è la terza e ultima giornata della tetralogia, l’ultimo atto di una decadenza dell’umanità alla quale partecipano anche gli dei. Ed è proprio questa l’idea che l’autore ci vuole passare: anche nel mondo epico celtico entra il peccato, come nella tradizione cristiana. Tutti si sono corrotti, tanto che Sigfrid muore e tutti gli dei cadono. Quando anche loro diventano “umanizzati” cominciano ad essere corrotti, gelosi, troppo vicini agli uomini. Così l’essere perfetto cessa di esistere e il Valalla, luogo puro e incontaminato, brucia. Solo un nuovo eroe sarà capace di superare la prova di redenzione, egli sarà il Parsifal. Ma questa è un’altra storia.

L’allestimento alla Scala è pieno di immagini, ma soprattutto luci, ombre e figure che si snodano sul palco portando all’opera un alone sensualissimo. La modernità del regista belga Guy Cassiers mi è sembrata di grande effetto e in molti punti ipnotizzante; il tutto concepito insieme a un intenso lavoro di luci e video realizzato da Enrico Bagnoli (che nasce come fumettista!) Come direttori si alternano Karl-Heinz Steffens e Daniel Barenboim, sperando che la brutta caduta di Ottobre non gli procuri ancora problemi alla schiena.

Insomma sicuramente Wagner non è così immediato come i molti altri autori che conosciamo meglio, la musica risulta un po’ nebulosa, quasi slegata dalla storia che a sua volta viene travolta dal mondo sonoro creando in noi una continua ricerca di logica.. ma l’intensità di questo allestimento e la potenza musicale che riesce ad emanare rimane di grande effetto!

Nota personalissima: uscire da uno dei teatri lirici più importanti del mondo, dopo aver assistito a uno spettacolo (se pur una prova) che ha visto sì e no un’affluenza di 30 persone, per ritrovarsi bruscamente in Piazza Duomo gremita di gente riunita per il concerto in piazza di… Marco Mengoni è stato, come dire, un pochino scoraggiante. Però i gusti sono gusti!

una buonissimi serata a tutti

M.

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