martedì 23 aprile 2013

I Midori Rain

"Genova è una città bellissima, a cui rivendico sempre l’appartenenza con orgoglio, ma non è facile viverci da musicisti." 
"Quello che manca in Italia è il pubblico alla ricerca di cose nuove che, alla sera, prende e va a girare a caso nei locali dove si suona per sentire qualcosa."

Stefano e Giorgio

I Midori Rain sono un gruppo davvero eterogeneo che spazia tra 'Indie pop, il Dream pop e lo Shoegaze. Formato da Giorgio Cinquegrana, voce, chitarra e tastiere, e da Stefano Tirasso (voce, batteria e percussioni, ai quali dal vivo si aggiungono Daniele Congiu, tastiere e chitarra, William Soro, chitarra, basso e percussioni, ed Irene Marchesano, voce e percussioni, hanno appena inciso e messo in commercio il loro primi disco Un tuffo nello Stagno.


Tutte le informazioni che li riguardano si possono trovare sul loro sito e su FB e Soundcloud!

Scopriteli in quest'intervista!





"Si comincia!"


Siamo curiosi! Come è nato il vostro gruppo? Ma sopratutto perché questo nome?
S: Io e Giorgio suoniamo assieme ormai da 4 anni. Prima facevamo parte degli Heaven, una band con cui suonavamo sia inediti che cover. Dopo lo scioglimento della band abbiamo formato una cover band, i Technicolor Dream; ma il bisogno di scrivere pezzi nostri era forte e quindi, alla fine del 2011, abbiamo messo in piedi il progetto Midori Rain.


Il nome ha dietro una storia abbastanza lunga, ma per sintetizzare è l’unione di tante cose che amiamo: Midori, oltre a significare verde in Giapponese, è un nome femminile, ed è il nome di uno dei personaggi principali di Norwegian Wood, romanzo di Murakami Haruki, e di Buonanotte Punpun, splendida storia a fumetti di Inio Asano. Era un nome che ci piaceva molto per la sua delicatezza: il Rain è venuto subito dopo, quasi automaticamente, perché trovavamo che le due parole stessero bene assieme e che il significato generale, “pioggia verde”, fosse molto bello. Inoltre Rain è il nome d’arte di un’autrice di fumetti cinese di cui avevo letto in quel periodo un breve racconto, e che mi era piaciuto molto.


Chi scrive i testi? Chi fa gli arrangiamenti?
G: Da questo punto di vista c’è sempre stata una grande omogeneità di lavoro ed una divisione naturale dei compiti!
Senza mai metterci d’ accordo su chi faceva cosa - che probabilmente avrebbe limitato entrambi - siamo andati a fare ciò che ci veniva naturale ed, alla fine dei conti… i testi sono quasi tutti scritti da Stefano mentre gli arrangiamenti musicali sono curati da me.

S: Ci sono alcuni esempi, però, in cui questa regola tacita viene meno: ad esempio, i brani Non ti (scordar di me) e Salici sono scritti da Giorgio sia nella musica che nel testo, mentre Il Mu è un brano totalmente composto da me, salvo qualche sovraincisione di Giorgio.
Ovviamente però il risultato definitivo deve soddisfare entrambi, quindi agli arrangiamenti finali lavoriamo insieme, dando vita ad estenuanti ore di studio dopo le quali non vorremmo mai più sentire le nostre canzoni, ah ah ah!


Quali sono le vostre fonti d'ispirazione? E i vostri "idoli" (volendo anche non musicali)?
G: Infinite direi: Queen su tutti; poi Depeche Mode, Muse, Beatles, Explosion in the sky, My bloody valentine, Sigur Ros (se non li conoscete correte ad ascoltarli, tutto il mondo dovrebbe conoscerli!).
Per fare qualche nome italiano direi Baustelle, Verdena, Afterhours.
Se poi andiamo sul non musicale: Haruki Murakami e Jose Saramago.

S: Io e Giorgio abbiamo tanti “amori musicali” in comune, ma anche tanti ascolti ed influenze diverse: io per esempio sono un amante della canzone d’autore, come quella di Bob Dylan o Tom Waits, ma anche di Capossela o Mannarino, per restare in Italia, senza ovviamente dimenticare i “mostri sacri” come De Andrè o De Gregori. Altri artisti che amo sono MGMT, Arcade Fire, Sigur Ros, Patti Smith, the Clash, Damon Albarn e gli italiani Le Luci della Centrale Elettrica e Pan del Diavolo. Ma ce ne sarebbero molti altri!


Le copertine le curi te (Stefano)?

S: Sì, la copertina del disco, così come quelle dei singoli, sono state curate da me: sono tutte illustrazioni, tranne la copertina del singolo “Adele” che è una foto di Valeria Burini che ho rielaborato in digitale. Non ci precludiamo però, per il futuro, di usare foto o illustrazioni di altri artisti… Anche perché altrimenti Giorgio prima o poi si stancherebbe dei miei disegni, ahah!




Siete tutti genovesi? Credete che a Genova ci sia spazio per i giovani? Cosa fate voi a genova? Dove andate? Dove chiedete di suonare?
S: Siamo tutti genovesi, compresi i musicisti che ci accompagnano dal vivo (a parte Irene che è di Mignanego, ohohoh…).
Genova è una città bellissima, a cui rivendico sempre l’appartenenza con orgoglio, ma non è facile viverci da musicisti. Troppo spesso i locali non ti fanno suonare se non assicuri loro di portarti un pubblico dietro, e se non sei conosciuto la maggior parte delle volte ti chiedono di suonare gratis, al massimo offrendoti una consumazione (e a volte fanno storie anche su quella, e ci è capitato!).
Va bene, c’è la crisi, ma trovo assurdo che, ad esempio, le cosiddette “ragazze immagine” vengano pagate per sculettare tutta la sera mentre le band che cercano di proporsi lo debbano fare senza avere nemmeno un centesimo.


G: Di mio credo che Genova non abbia nessun problema in particolare, nel senso che i suoi problemi con i giovani sono quelli che hanno le maggior parte delle città italiane (locali, gestori, il dover suonare gratis e via dicendo).

Giorgio
Per il suonare c’è poco, ma qualcosa c’è.
Quello che manca in Italia è il pubblico alla ricerca di cose nuove che, alla sera, prende e va a girare a caso nei locali dove si suona per sentire qualcosa.
Purtroppo la nostra mentalità musicale è anni luce indietro rispetto ad altri, ed è un peccato perché in quanto a creatività noi italiani non saremmo secondi a nessuno.


Oltre alla musica cosa fate?
G: Musica! Mi sono affacciato da poco al mondo dei tecnici del suono e cerco di offrirmi a musicisti e cantanti che conosco per aiutarli nella realizzazione delle loro idee.
Mi piace molto anche il sound design per il cinema, ma ho avuto poche occasioni per lavorare nell’ambito =)

S: io sono un illustratore e fumettista freelance e frequento l’ultimo anno alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. Nel tempo libero dipingo, ascolto tonnellate di musica, leggo e aggiorno il mio blog disegnato.



Ora passiamo al vostro disco! Parlatecene un poco!
Stefano
S: in realtà il disco doveva essere semplicemente un EP con 4 o 5 pezzi, da mandare in giro per farsi conoscere un po’. Ma poi, abbiamo iniziato a scrivere e registrare sempre più pezzi, finché abbiamo voluto arrivare ad un numero tondo, e così è nato Un tuffo nello stagno, che contiene 10 brani, di cui 9 inediti ed una cover (Mad World, dei Tears for Fears)! E’ un disco in cui, a partire dal titolo, abbiamo riversato tutto il nostro amore per l’estremo oriente, anche per via della scelta di scrivere la maggior parte dei testi (ma non tutti) sotto forma di Haiku, ovvero brevi componimenti poetici tipici della cultura giapponese. Musicalmente è un disco che riteniamo abbastanza eterogeneo, dove si possono trovare pezzi acustici ed altri elettronici, alcuni tipicamente cantautoriali ed altri rock… C’è persino un valzer! Riteniamo però che il nostro timbro sonoro si senta e leghi tutti i pezzi. O perlomeno lo speriamo!


La distribuzione? Avete un'etichetta? Dove avete registrato?
S: E’ un disco totalmente autoprodotto, che abbiamo pagato di tasca nostra io e Giorgio (spero di impietosire i lettori dicendolo, ahah!), senza etichetta né niente. Per ora purtroppo la distribuzione avviene manualmente, ovvero portandolo noi a mano agli acquirenti che ci sostengono, come dei novelli pizza-boy! Ci stiamo attrezzando però per poterlo vendere anche tramite internet, in modo da poter raggiungere altre zone d’Italia.

G: Si potrebbe rispondere con un semplice "è curato da noi" a tutte e 3 le domande.
La distribuzione è in mano nostra, così come non abbiamo praticamente mai pensato al cercare un’etichetta.
Con l’ avvento dei social media e la possibilità di far arrivare al pubblico il nostro materiale senza eccessive difficoltà abbiamo pensato che fare la solita trafila demo -> spediamolo ad ogni etichetta possibile per uscire fosse anacronistico.
Le registrazioni sono state fatte on a budget tutte quante in casa (con i miei gatti che ogni tanto miagolavano durante le registrazioni) , eccetto la batteria di un brano dove volevo assolutamente andare a registrare al Greenfog studio di Genova.
Però il resto è tutto curato da noi, sia le registrazioni che i mix dei brani.
Un lavoro sicuramente lungo, però appagante.


Dove lo troviamo? Ed il prezzo lo possono sapere i nostri lettori? :)
S: Per averlo potete scrivere alla nostra pagina Facebook, dove potrete trovare tutte le info su di noi e sul disco, o mandare un’e-mail all’indirizzo info@midorirain.com. Costa 8 euro.


Fate un tour? Le date?
Stefano
S: Come detto prima, a Genova non è facile suonare se sei un esordiente, e seppur noi abbiamo qualche anno di gavetta alle spalle con altri gruppi, con il progetto Midori Rain siamo ripartiti da zero, con tutti i pro ed i contro.
Ma speriamo in future date, e non appena avremmo novità non tarderemo a scriverle sulla nostra pagina FB e sul sito!


Progetti per il futuro?
G: Al momento un doppio EP di cover, da fare uscire in due momenti diversi.
Il punto focale di questi lavori sarà prendere i brani di altre persone e renderli in qualche modo nostri per atmosfera ed arrangiamenti.
Saranno anche due EP pieni di collaborazione con altri cantanti, dei quali volevamo sfruttare al meglio i timbri vocali.
E’ tutto ancora in fase di ideazione e preparazione, ma contiamo di rilasciarli nei prossimi mesi!
Il primo si chiamerà Il sogno dei fratelli Lumière, mentre il secondo si chiamerarà Dinosaurs!.. Ma non vi anticipiamo troppo, il secondo sarà pieno zeppo di sorprese e piccole chicche!





Buona Giornata
dai 
Midori Rain





N.B. Le foto contenute in questo articolo sono di proprietà intellettuale di Roberta Logiudice e Midori Rain. Le copertine ed i disegni di Ste Tirasso. 


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