lunedì 29 aprile 2013

Concerto del 1 Maggio


Mercoledì 1 Maggio a Santa Margherita Ligure 
alle ore 21 
Musiche del M° Raffaele Cecconi 
Orchestra da camera "G. Contilli”
dirige Raffaele Cecconi
cantante Camilla Biraga
a Villa Durazzo


Vi segnalo anche


venerdì 3 ore 21.00
Concerto per flauto e clavicembalo “duo Savino - Ferrari”
Villa S. Giacomo
sabato 4 ore 21.00
 “Globe Duo” Flauto e chitarra (Oliva - Savarese)
Villa Durazzo


In collaborazione con l’Associazione Musicale MusicAmica
Direzione artistica Giovanna Savino

Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito

venerdì 26 aprile 2013

Domenica 28 - Concerto a San Torpete



Domenica 28 Aprile 2013
ore 17:30



Francesco Cera


Francesco Cera - Organo e Clavicembalo
In memoria di Emilio Traverso, nel VI anniversario della morte.

Musiche di: M. Rossi, G. Frescobaldi, T. Tomkins, J. J. Froberger, L. Couperin




Chiesa di S. Torpete, Piazza S. Giorgio - Genova
www.musicaculturasantorpete.com
010-2468777

giovedì 25 aprile 2013

Alzira - Maratona Verdi 2013 - XIII


Caratteristiche, curiosità e storia
Dramma lirico in due atti e un prologo con libretto di Salvatore Cammarano è tratta dalla tragedia del francese Voltaire detta Alzire, ou les Amèricains. La prima si tenne a Napoli per il San Carlo, il 12 Agosto del 1845 ed ebbe scarso successo e fino a tempi piuttosto recenti non ne è stata migliorata la sua reputazione. Del dramma Voltairiano poco resta nell'opera del librettista, che annullò il gusto per l'esotico  proprio del dramma francese settecentesco, influenzato della filosofia del Rousseau.
Verdi aveva, in realtà, ricevuto il libretto già nel 1844, ma si dedicò alla sua composizione dopo l'ultima avventura scaligera. Verdi giudicò il libretto inadatto, soprattutto per la presenza di tre arie tutte collocate di seguito.

L'ambientazione è quella della città di Lima e luoghi presso il Perù, nella metà del XVI secolo.

Durata di un'ora e 30 minuti circa. 

Si dice che Verdi abbia liquidato Alzira in tarda età come "proprio brutta", in realtà nell'opera è molto evidente la vena sperimentale del compositore.

L'opera viene anche suddivisa in parti titolate: Il prigioniero (prologo), Vita per vita e La vendetta d'un selvaggio (atti I e II). 


Drammatis Personae

Alzira, figlia di Ataliba - soprano
Alvaro, padre di Gusmano - basso
Gusmano governatore del Perù - baritono
Ovando, duca spagnolo - tenore
Zamoro, capo di una tribù Peruviana - tenore
Ataliba, capo di una tribù Peruviana - basso
Zuma, ancella di Alzira - mezzosoprano
Otumbo, guerriero inca - tenore
Ufficiali e soldati spagnoli, inca. 





Trama

Zamoro è a capo di una tribù di Peruviani che si oppone all'oppressione spagnola, ed è invaghito della bella Alzira. Durante uno degli scontri Zamoro viene creduto morto, e i Peruviani catturano l'anziano governatore Alvaro per vendicarsi, ma Zamoro torna e libera il vecchio. Poi Otumbo dice a Zamoro che Alzira e il padre di lei Ataliba sono stati fatti prigionieri, e Zamoro decide che tenterà di liberarla.
(atto I) Intanto Gusmano, figlio dell'ormai troppo vecchio Alvaro, prende il comando delle truppe spagnole e stipula una pace con le tribù, chiedendo la mano di Alzira. La ragazza, ancora fedele all'amato e certa che egli non è morto, rifiuta, resistendo alle pressioni del padre Ataliba, a cui Gusmano ha imposto di cercare di convincerla. Zamoro riesce a introdursi presso gli spagnoli e può riabbracciare Alzira, ma viene sorpreso e fatto arrestare da Gusmano. Alvaro intercede per il guerriero che gli aveva salvato la vita, e Zamoro viene così liberato e può riunirsi alle sue truppe.
(atto II) Zamoro cade ancora prigioniero in un successivo scontro e viene condannato a morte. Alzira promette a Gusmano di concedersi se libererà l'amato. Zamoro però riesce a fuggire, travestendosi da soldato spagnolo; venuto a conoscenza dei preparativi per le nozze tra Gusmano e Alzira, ritorna al palazzo e riesce a pugnalare mortalmente l'odiato rivale. In punto di morte Gusmano si pente del male che ha fatto, dice a Zamoro che Alzira aveva accettato le nozze solo per salvare Zamoro stesso, benedice la coppia e infine spira ricevendo dal padre un'ultima benedizione.

dal web



L'energia è abbondante in tutto il dramma che procede con velocità e vigore. La cavatina iniziale di Alzira è un esempio certo della sensibilità verdiana rispetto alle travagliate situazioni a cui le sue eroine sono solite essere destinate. Alzira si può immaginariamente collocare tra un'Amelia del Simon Boccanegra e una Leonora del Trovatore. 


Discografia
1938 Elisabeth Schwarzkopf, Rupert Glowitsch, Alfred Hubner - Heinrich Steiner
1967 Virginia Zeani, Gianfranco Cecchele, Cornell MacNeil - Franco Capuana
1973 Angeles Gulin, Gianfranco Cecchele, Mario Sereni - Maurizio Rinaldi
1982 Ileana Cotrubas, Franciso Araiza, Renato Bruson - Lamberto Gardelli
1999 Marina Mescheriakova, Ramon Vargas, Paolo Gavanelli - Fabio Luisi

Libretto web e pdf.
Spartito qui.










Foto del Teatro Regio di Parma - Festival Verdi 1991




mercoledì 24 aprile 2013

Giovanna d'Arco - Maratona Verdi 2013 - XII

O Scala, addio!

Oggi eccoci giunti al primo dei due appuntamenti di questa settimana con la nostra rubrica dedicata a Verdi.
Partiamo dunque con Giovanna d'Arco, settima opera nel catalogo del compositore.
L'opera in esame è propriamente un dramma lirico in tre atti e prologo, su libretto di Temistocle Solera, il quale trasse ispirazione dal dramma La Pulzella d'Orléans di Friedrich Schiller. Il libretto si presenta drammaturgicamente poco efficace.

La prima si tenne alla Scala di Milano il 15 febbraio 1845.



Storia
Al Teatro Argentina, con I due Foscari, Verdi ottenne un discreto successo; si spostò, successivamente, a Milano e per l'apertura del carnevale del '45 si ebbero I Lombardi  e poi la Giovanna. Il soggetto non piaceva troppo al compositore e sul palcoscenico gli interpreti diedero una prova eccelsa. 
Merelli vendette il libretto a Ricordi senza nemmeno interpellare l'autore e così, a causa di questo ed altri motivi il Maestro decise di dire addio all'ambiente scaligero per ventiquattro anni, dopo i quali tornò con una Forza del Destino rimaneggiata e messa appunto nella sua forma definitiva. 
Dopo sei anni di composizione questa era una delle migliori opere scritte - tra l'altro in pochi mesi - dal genio di Busseto fino a quel momento, ma risultò comunque un grande insuccesso. 
L'opera ha una durata di circa due ore e è ambientata nella Francia del 1429.


Drammatis Personae
Carlo VII, re di Francia - tenore
Giovanna, figlia di Giacomo - soprano
Giacomo, Pastore in Dom-Remi - baritono
Delil, Ufficiale del re - tenore
Talbot, supremo comandante degli inglesi - basso
Ufficiali del Re,Popolo di Remis, Soldati francesi, Soldati inglesi, Spiriti eletti, Spiriti malvagi, Grandi del regno, Araldi, paggi, fanciulle, Deputati, Cavalieri e Dame, Magistrati.

Trama 
Prologo
E’ il 1429. Cittadini e ufficiali di Carlo VII re di Francia temono la disfatta totale nel conflitto con l'Inghilterra: Orléans ancora resiste ma è ormai allo stremo. Sopraggiunge Carlo: afflitto dal pensiero delle sofferenze del suo popolo comunica la sua intenzione di arrendersi al nemico: ha sognato un luogo in mezzo alla foresta in cui si trovava una immagine dipinta della Vergine che gli ordinava dì deporre ai suoi piedi l'elmo e la spada. Gli abitanti del luogo confermano l'esistenza dell'immagine. del sogno in un luogo in mezzo alla foresta frequentato di notte da demoni e streghe. Carlo non vuole credere che dove si trova un'immagine sacra possano incontrarsi anime dannate: vi si recherà al più presto per invocare aiuto dalla Vergine.
Nella selva davanti alla cappella della Vergine Giacomo, padre di Giovanna, è turbato: sua figlia passa in quel luogo molte notti ed egli teme che abbia ceduto l'anima al demonio. Decide di nascondersi in una caverna nei pressi per scoprire la verità. Arriva Giovanna, afflitta per la sorte in cui versa la Francia: essa non chiede altro che poter affrontare il nemico sui campi di battaglia e prega la Vergine di concederle le armi per difendere la propria patria. Dopo la preghiera, la fanciulla si addormenta. Sopraggiunge Carlo che rimane sorpreso nel riconoscere il luogo del sogno. E’ Giovanna che intanto sogna: dapprima un coro di spiriti malvagi la invita a godersi la sua bellezza e gioventù; poi un coro dì anime beate le annuncia che il cielo ha accolto la sua preghiera e le concede le armi per salvare la Francia: ma guai se non manterrà il cuore puro da ogni affetto terreno. Giovanna si desta e riconoscendo il re Carlo lo esorta a non arrendersi al nemico: lo invita quindi a seguirla sui campi di battaglia dove lo porterà alla vittoria.
Giacomo, vedendo i due parlare insieme, si convince che Giovanna, per amore del re, abbia ceduto la sua anima al demonio. Fa per fermarli ma si accascia per il grave dolore.
(atto I) Dopo la tremenda sconfitta inferta dalle truppe francesi guidate di Giovanna, i soldati inglesi esortano il loro comandante Talbot a ordinare la ritirata. Giunge il campo Giacomo quasi impazzito dal dolore: viene a denunciare sua figlia e chiede di combattei e contro Carlo che l'ha sedotta: promette che prima di sera consegnerà Giovanni agli inglesi purché puniscano la sua empietà. Ormai conclusa la sua missione, Giovanna sente la nostalgia dei luoghi dove ha vissuto; decide quindi di partire Ma sopraggiunge Carlo che la trattiene confessandole il suo amore. Giovanna è commossa e dopo una prima resistenza ammette anch'essa il suo amore per lui. Ma voci dal cielo le ricordano il suo destino: deve rinunciare a ogni affetto terreno. Carlo che non ha udito le voci è sorpreso nel vederla turbata e tremante. In quel momento giungono gli ufficiali del re per invitarli a raccogliere gli onori della folla: Carlo sarà incoronato ed egli desidera che sia Giovanna a porre la corona sul suo capo e a condividere la gloria. La fanciulla, non più padrona di se stessa segue Carlo passivamente, in preda al rimorso per la sua colpa. Un coro dì spiriti malvagi che inneggia a Satana e alla sua vittoria sulla purezza, assale l'anima di Giovanna.
(atto II) Il popolo in festa si prepara all’incoronazione cantando le prodezze della vergine guerriera. Il corteo, che accompagna Carlo e Giovanna, entra nella cattedrale di San Dionigi per il sacro rito. Fuori attende Giacomo che, dimentico dell’amore paterno e puro strumento della volontà divina, è pronto ad accusare Giovanna. Uscito il corteo dalla cattedrale, Giacomo vede nel volto turbato della figlia la conferma ai suoi sospetti: si scaglia quindi furibondo contro di lei e l'accusa di empietà davanti al re e al popolo. Giovanna, nonostante Carlo la supplichi di discolparsi, non apre bocca e rinuncia ad ogni difesa. Tuoni e fulmini improvvisi sembrano confermare le accuse di Giacomo: la folla, terrorizzata, già vede in Giovanna una strega. La fanciulla, in lacrime, si getta tra le braccia del padre, che le offre le fiamme del rogo per salvare la sua anima. Carlo dispera di poterla aiutare mentre il popolo, dimentico delle gesta di Giovanna, rinnega l'empia che avrebbe contaminato la gloria della Francia. (atto III) Giovanna, in catene, attende di andare al rogo. Sente i rumori della battaglia che infuria e, ispirata dal cielo, vede quello che accade. Intanto Giacomo entra e si ferma, non visto, a osservare la figlia. Essa vede Carlo circondato dagli Inglesi che stanno per sconfiggerlo: prega Dio di non abbandonarla e gi affida il suo cuore: amò è vero, ma per un solo istante, rimanendo pura. Giacomo che ha udito la sua preghiera, comprende di aver accusato ingiustamente la figlia e accorre a liberarla. Giovanna chiede al padre di benedirla, afferra la spada e corre al campo di battaglia. Giacomo dalla torre la vede in sella ad un bianco destriero salvare il re e guidare l'esercito francese alla riscossa.
Alla torre arriva Carlo, mandato di Giovanna a difendere suo padre; ben presto giunge la notizia che gli Inglesi sono in rotta ma Giovanna è morta. Carlo e Giacomo sono in preda al più grande dolore, quando arriva il corteo funebre che accompagna la salma della vergine. All’improvviso Giovanna apre gli occhi e, come mossa da una forza soprannaturale, si solleva: prende dalle mani di Carlo le insegne dei francesi e dà l'addio alla terra e alla gloria mortale. Non appena l'eroina muore, una luce astrale si diffonde in cielo tra l'esultanza delle anime beate e il tormento degli spiriti malvagi.
(tratta del web)

Analisi, curiosità e guida all'ascolto
Ho trovato un'interessante analisi di quest'opera in questo sito, eccone una parte[, per continuare a leggerla cliccate di seguito].
I debiti nei confronti di Schiller presenti nel libretto di Temistocle Solera sono essenzialmente due: l’accettazione della morte di Giovanna ferita in battaglia (evitando all’eroina l’orrore del rogo con tanti saluti alla verosimiglianza storica, dato che la vera Jeanne Darc morì bruciata viva ad appena 19 anni) e l’inserimento del padre di Giovanna come accusatore implacabile della figlia. Il personaggio dell’inglese Lionel, di cui Giovanna si innamora, viene eliminato, al pari della figura di Agnes Sorel (favorita del re): una scelta che rendeva praticamente obbligatorio inserire l’intreccio amoroso tra i protagonisti rimasti, ovvero la pulzella e il re medesimo. Una volta accettata la palese incongruenza storica (al pari della figura di Giacomo, padre di Giovanna, che passa abbastanza disinvoltamente e allegramente dal campo inglese a quello francese senza incontrare particolari resistenze) bisogna riconoscere che il plot drammaturgico non è privo di una sua rozza efficacia e si comprende come Verdi dovesse essere interessato da alcuni dei punti salienti del dramma:
  • la presenza di una figura femminile eroica e combattente, degna parente di Abigaille in Nabucco (altra donna guerriera), Giselda nei Lombardi alla Prima Crociata ed Elvira nell’Ernani;
Continua a leggere...

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Sulla vita e sulle composizioni di Giuseppe Verdi circolano numerosissime leggende, quindi spesso è difficile distinguere il vero da quello che è stato magari inventato e abbellito per rendere più attraente la biografia: anche su una delle sue opere degli "anni di galera", la Giovanna D'Arco, esiste un racconto di cui si è spesso discusso in merito proprio alla veridicità. Verdi sta infatti tornando da Roma, città in cui ha rappresentato pochi giorni prima I due Foscari. È il 7 novembre del 1844 e il viaggio in carrozza da Roma a Milano si rivelò più difficile del previsto a causa delle condizioni atmosferiche.
Ogni dettaglio venne reso noto da un periodico piuttosto letto a quell'epoca, La Fama. Secondo quest'ultimo, il compositore bussetano era sotto pressione per il molto lavoro da completare e questo elemento, insieme ai pericoli vissuti nell'attraversare l'Appennino Umbro-Marchigiano, gli avevano fornito l'ispirazione per il nuovo dramma lirico che avrebbe rappresentato pochi mesi dopo alla Scala di Milano. Se si ascolta bene questo preludio ci si accorge piuttosto agevolmente degli effetti stereofonici creati ad arte da Verdi, come la prima nota che assomiglia a un tuono che preannuncia un tremendo temporale e i colpi di grancassa che lasciano intuire degli eventi climatici poco piacevoli.

Purtroppo, esiste una smentita ufficiale da parte di Verdi, forse infastidito per i numerosi episodi e aneddoti raccontati sul suo conto già in quel periodo in cui aveva composto appena sei opere: eppure, a questa notizia-racconto si può credere per alcuni validi motivi. Anzitutto, è Emanuele Muzio, fedele collaboratore e unico allievo del bussetano, a raccontare con dovizia di particolari questo fatto ad Antonio Barezzi, benefattore e suocero del musicista, sottolineando chiaramente come l'ispirazione della sinfonia fosse avvenuta proprio in mezzo ai dirupi, aggiungendo una locuzione eloquente, come ben sa. Dunque, anche Barezzi conosceva già l'aneddoto. Inoltre, Verdi leggeva le lettere di Muzio, quindi se avesse voluto cancellare quel riferimento poteva benissimo richiederlo, il suo allievo pendeva direttamente dalle sue labbra.
Un altro valido motivo è il luogo in cui è avvenuta questa ispirazione e in tal caso possono aiutarmi le mie origini. Fin da quando sono nato, infatti, frequento con regolarità (soprattutto d'estate) il confine tra Umbria e Marche, quindi anche questo famoso appennino, dato che ho molti parenti lì. Posso pertanto confermare che la zona è quanto di meno consigliabile valicare soprattutto in autunno inoltrato, quando il tempo è pessimo e la neve comincia a incombere, di conseguenza riesco a immaginare bene i trasporti del 1844, già piuttosto scomodi e faticosi, con in più le difficoltà di una frana (viene menzionata quella presso le Gole del Furlo) e di un temporale. È proprio il caso di dire che quella giornata di tregenda deve essere proprio "benedetta", dato che la sinfonia è uno dei pezzi più apprezzati della Giovanna D'Arco, opera verdiana spesso snobbata per il suo libretto un po' astruso e le trovate sceniche che non convincono del tutto: la musica di Verdi, però, è fiammeggiante e riesce a conquistare con ogni nota, tanto è vero che il compositore non ha esitato ad abbondare con marce, cori interni, processioni e altri effetti musicali. Comunque siano andati i fatti, quando Verdi ritornò a Milano da Roma aveva una ouverture già pronta, o almeno parecchie note che la facessero considerare in una fase molto avanzata.
Sono due i riferimenti di Muzio al viaggio. Quest'ultimo, era arrivato a Milano un'ora prima del bussetano, ma riferirà a Barezzi quanto segue: Il signor Maestro sta bene; ma appena arrivato aveva tutte le sue ossa fracassate, non ne poteva più dalla stanchezza. Il 9 dicembre di quel 1844, poi, ecco che il giovane allievo ritorna a parlare dell'opera: Nessuna Giovanna ha mai avuto musica più filosofica e più bella. La terribile introduzione (ispirazione avvenuta come ben sa in mezzo ai dirupi), il magnifico pezzo "Maledetti cui spinse rea voglia", sono due cose da far trasecolare ogni pover'uomo. Di solito, si è abituati a snobbare racconti così particolari, in quanto si crede che la biografia di un compositore venga abbellita per renderla più accattivante, ma non c'è nulla di male e di bizzarro nel pensare che uno dei geni musicali italiani abbia preso spunto dalla natura per creare una sinfonia che ancora oggi possiamo apprezzare.


Discografia 
1951 Renata Tebaldi, Carlo Bergonzi, Rolando Panerai - Alfredo Simonetto
1951 Renata Tebaldi, Gino Penno, Ugo Savarese - Gabriele Santini
1972 Montserrat Caballé, Placido Domingo, Sherrill Milnes - James Levine
1972 Katia Ricciarelli, Flaviano Labò, Mario Zanasi - Carlo Franci
1974 Katia Ricciarelli, Flaviano Labò, Mario Sereni - Bruno Bartoletti
1990 Susan Dunn, Vincenzo La Scola, Renato Bruson - Riccardo Chailly
1996 June Anderson, Gegam Grigorian, Carlo Guelfi - Eve Queler
2001 Mariella Devia, Ivan Movirov, Franco Vassallo - Nello Santi


Spartito, parti e partitura qui.
Libretto in pdf  qui 

Documenti
Bozzetti e figurini.
Piccola analisi in formato pdf.
Alessandro Taverna - Traviata d’Orléans



A presto!




 Le foto sono del Festival Verdi 2008 - Teatro Regio di Parma (Coro - Vassileva - Bruson) 



martedì 23 aprile 2013

I Midori Rain

"Genova è una città bellissima, a cui rivendico sempre l’appartenenza con orgoglio, ma non è facile viverci da musicisti." 
"Quello che manca in Italia è il pubblico alla ricerca di cose nuove che, alla sera, prende e va a girare a caso nei locali dove si suona per sentire qualcosa."

Stefano e Giorgio

I Midori Rain sono un gruppo davvero eterogeneo che spazia tra 'Indie pop, il Dream pop e lo Shoegaze. Formato da Giorgio Cinquegrana, voce, chitarra e tastiere, e da Stefano Tirasso (voce, batteria e percussioni, ai quali dal vivo si aggiungono Daniele Congiu, tastiere e chitarra, William Soro, chitarra, basso e percussioni, ed Irene Marchesano, voce e percussioni, hanno appena inciso e messo in commercio il loro primi disco Un tuffo nello Stagno.


Tutte le informazioni che li riguardano si possono trovare sul loro sito e su FB e Soundcloud!

Scopriteli in quest'intervista!





"Si comincia!"


Siamo curiosi! Come è nato il vostro gruppo? Ma sopratutto perché questo nome?
S: Io e Giorgio suoniamo assieme ormai da 4 anni. Prima facevamo parte degli Heaven, una band con cui suonavamo sia inediti che cover. Dopo lo scioglimento della band abbiamo formato una cover band, i Technicolor Dream; ma il bisogno di scrivere pezzi nostri era forte e quindi, alla fine del 2011, abbiamo messo in piedi il progetto Midori Rain.


Il nome ha dietro una storia abbastanza lunga, ma per sintetizzare è l’unione di tante cose che amiamo: Midori, oltre a significare verde in Giapponese, è un nome femminile, ed è il nome di uno dei personaggi principali di Norwegian Wood, romanzo di Murakami Haruki, e di Buonanotte Punpun, splendida storia a fumetti di Inio Asano. Era un nome che ci piaceva molto per la sua delicatezza: il Rain è venuto subito dopo, quasi automaticamente, perché trovavamo che le due parole stessero bene assieme e che il significato generale, “pioggia verde”, fosse molto bello. Inoltre Rain è il nome d’arte di un’autrice di fumetti cinese di cui avevo letto in quel periodo un breve racconto, e che mi era piaciuto molto.


Chi scrive i testi? Chi fa gli arrangiamenti?
G: Da questo punto di vista c’è sempre stata una grande omogeneità di lavoro ed una divisione naturale dei compiti!
Senza mai metterci d’ accordo su chi faceva cosa - che probabilmente avrebbe limitato entrambi - siamo andati a fare ciò che ci veniva naturale ed, alla fine dei conti… i testi sono quasi tutti scritti da Stefano mentre gli arrangiamenti musicali sono curati da me.

S: Ci sono alcuni esempi, però, in cui questa regola tacita viene meno: ad esempio, i brani Non ti (scordar di me) e Salici sono scritti da Giorgio sia nella musica che nel testo, mentre Il Mu è un brano totalmente composto da me, salvo qualche sovraincisione di Giorgio.
Ovviamente però il risultato definitivo deve soddisfare entrambi, quindi agli arrangiamenti finali lavoriamo insieme, dando vita ad estenuanti ore di studio dopo le quali non vorremmo mai più sentire le nostre canzoni, ah ah ah!


Quali sono le vostre fonti d'ispirazione? E i vostri "idoli" (volendo anche non musicali)?
G: Infinite direi: Queen su tutti; poi Depeche Mode, Muse, Beatles, Explosion in the sky, My bloody valentine, Sigur Ros (se non li conoscete correte ad ascoltarli, tutto il mondo dovrebbe conoscerli!).
Per fare qualche nome italiano direi Baustelle, Verdena, Afterhours.
Se poi andiamo sul non musicale: Haruki Murakami e Jose Saramago.

S: Io e Giorgio abbiamo tanti “amori musicali” in comune, ma anche tanti ascolti ed influenze diverse: io per esempio sono un amante della canzone d’autore, come quella di Bob Dylan o Tom Waits, ma anche di Capossela o Mannarino, per restare in Italia, senza ovviamente dimenticare i “mostri sacri” come De Andrè o De Gregori. Altri artisti che amo sono MGMT, Arcade Fire, Sigur Ros, Patti Smith, the Clash, Damon Albarn e gli italiani Le Luci della Centrale Elettrica e Pan del Diavolo. Ma ce ne sarebbero molti altri!


Le copertine le curi te (Stefano)?

S: Sì, la copertina del disco, così come quelle dei singoli, sono state curate da me: sono tutte illustrazioni, tranne la copertina del singolo “Adele” che è una foto di Valeria Burini che ho rielaborato in digitale. Non ci precludiamo però, per il futuro, di usare foto o illustrazioni di altri artisti… Anche perché altrimenti Giorgio prima o poi si stancherebbe dei miei disegni, ahah!




Siete tutti genovesi? Credete che a Genova ci sia spazio per i giovani? Cosa fate voi a genova? Dove andate? Dove chiedete di suonare?
S: Siamo tutti genovesi, compresi i musicisti che ci accompagnano dal vivo (a parte Irene che è di Mignanego, ohohoh…).
Genova è una città bellissima, a cui rivendico sempre l’appartenenza con orgoglio, ma non è facile viverci da musicisti. Troppo spesso i locali non ti fanno suonare se non assicuri loro di portarti un pubblico dietro, e se non sei conosciuto la maggior parte delle volte ti chiedono di suonare gratis, al massimo offrendoti una consumazione (e a volte fanno storie anche su quella, e ci è capitato!).
Va bene, c’è la crisi, ma trovo assurdo che, ad esempio, le cosiddette “ragazze immagine” vengano pagate per sculettare tutta la sera mentre le band che cercano di proporsi lo debbano fare senza avere nemmeno un centesimo.


G: Di mio credo che Genova non abbia nessun problema in particolare, nel senso che i suoi problemi con i giovani sono quelli che hanno le maggior parte delle città italiane (locali, gestori, il dover suonare gratis e via dicendo).

Giorgio
Per il suonare c’è poco, ma qualcosa c’è.
Quello che manca in Italia è il pubblico alla ricerca di cose nuove che, alla sera, prende e va a girare a caso nei locali dove si suona per sentire qualcosa.
Purtroppo la nostra mentalità musicale è anni luce indietro rispetto ad altri, ed è un peccato perché in quanto a creatività noi italiani non saremmo secondi a nessuno.


Oltre alla musica cosa fate?
G: Musica! Mi sono affacciato da poco al mondo dei tecnici del suono e cerco di offrirmi a musicisti e cantanti che conosco per aiutarli nella realizzazione delle loro idee.
Mi piace molto anche il sound design per il cinema, ma ho avuto poche occasioni per lavorare nell’ambito =)

S: io sono un illustratore e fumettista freelance e frequento l’ultimo anno alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. Nel tempo libero dipingo, ascolto tonnellate di musica, leggo e aggiorno il mio blog disegnato.



Ora passiamo al vostro disco! Parlatecene un poco!
Stefano
S: in realtà il disco doveva essere semplicemente un EP con 4 o 5 pezzi, da mandare in giro per farsi conoscere un po’. Ma poi, abbiamo iniziato a scrivere e registrare sempre più pezzi, finché abbiamo voluto arrivare ad un numero tondo, e così è nato Un tuffo nello stagno, che contiene 10 brani, di cui 9 inediti ed una cover (Mad World, dei Tears for Fears)! E’ un disco in cui, a partire dal titolo, abbiamo riversato tutto il nostro amore per l’estremo oriente, anche per via della scelta di scrivere la maggior parte dei testi (ma non tutti) sotto forma di Haiku, ovvero brevi componimenti poetici tipici della cultura giapponese. Musicalmente è un disco che riteniamo abbastanza eterogeneo, dove si possono trovare pezzi acustici ed altri elettronici, alcuni tipicamente cantautoriali ed altri rock… C’è persino un valzer! Riteniamo però che il nostro timbro sonoro si senta e leghi tutti i pezzi. O perlomeno lo speriamo!


La distribuzione? Avete un'etichetta? Dove avete registrato?
S: E’ un disco totalmente autoprodotto, che abbiamo pagato di tasca nostra io e Giorgio (spero di impietosire i lettori dicendolo, ahah!), senza etichetta né niente. Per ora purtroppo la distribuzione avviene manualmente, ovvero portandolo noi a mano agli acquirenti che ci sostengono, come dei novelli pizza-boy! Ci stiamo attrezzando però per poterlo vendere anche tramite internet, in modo da poter raggiungere altre zone d’Italia.

G: Si potrebbe rispondere con un semplice "è curato da noi" a tutte e 3 le domande.
La distribuzione è in mano nostra, così come non abbiamo praticamente mai pensato al cercare un’etichetta.
Con l’ avvento dei social media e la possibilità di far arrivare al pubblico il nostro materiale senza eccessive difficoltà abbiamo pensato che fare la solita trafila demo -> spediamolo ad ogni etichetta possibile per uscire fosse anacronistico.
Le registrazioni sono state fatte on a budget tutte quante in casa (con i miei gatti che ogni tanto miagolavano durante le registrazioni) , eccetto la batteria di un brano dove volevo assolutamente andare a registrare al Greenfog studio di Genova.
Però il resto è tutto curato da noi, sia le registrazioni che i mix dei brani.
Un lavoro sicuramente lungo, però appagante.


Dove lo troviamo? Ed il prezzo lo possono sapere i nostri lettori? :)
S: Per averlo potete scrivere alla nostra pagina Facebook, dove potrete trovare tutte le info su di noi e sul disco, o mandare un’e-mail all’indirizzo info@midorirain.com. Costa 8 euro.


Fate un tour? Le date?
Stefano
S: Come detto prima, a Genova non è facile suonare se sei un esordiente, e seppur noi abbiamo qualche anno di gavetta alle spalle con altri gruppi, con il progetto Midori Rain siamo ripartiti da zero, con tutti i pro ed i contro.
Ma speriamo in future date, e non appena avremmo novità non tarderemo a scriverle sulla nostra pagina FB e sul sito!


Progetti per il futuro?
G: Al momento un doppio EP di cover, da fare uscire in due momenti diversi.
Il punto focale di questi lavori sarà prendere i brani di altre persone e renderli in qualche modo nostri per atmosfera ed arrangiamenti.
Saranno anche due EP pieni di collaborazione con altri cantanti, dei quali volevamo sfruttare al meglio i timbri vocali.
E’ tutto ancora in fase di ideazione e preparazione, ma contiamo di rilasciarli nei prossimi mesi!
Il primo si chiamerà Il sogno dei fratelli Lumière, mentre il secondo si chiamerarà Dinosaurs!.. Ma non vi anticipiamo troppo, il secondo sarà pieno zeppo di sorprese e piccole chicche!





Buona Giornata
dai 
Midori Rain





N.B. Le foto contenute in questo articolo sono di proprietà intellettuale di Roberta Logiudice e Midori Rain. Le copertine ed i disegni di Ste Tirasso. 


lunedì 22 aprile 2013

da anNOTAre - 9


LA SETTIMANA



Lunedì 22 Aprile
Andrea Lucchesini al pianoforte offre un programma con musiche di Schubert, Schönberg, Brahms e Strauss. Iniziativa della GOG al Carlo Felice ore 21. 


Martedì 25 Aprile 
Alle 21.30 seconda serata per il Comedy Night, ideato, diretto e presentato da Stefano Strano al Crazy Bull Cafè di Genova Sampierdarena in via Degola 4R (010 4694923). Spettacolo e cena a 20 euro, 12 euro consumazione e spettacolo.
L'evento si aprirà con uno show di danza moderna sulle note di "Start me Up" dei Rolling Stones a cura dei ballerini Mattia Tognon e Gaia Pilloni della Scuola di danza "Sestri in Danza" (010-8608144; Pagina Facebok: Sestri in danza).


Giovedì 25 Aprile
Il Parco di Portofino propone un'escursione guidata lungo il sentiero da San Rocco di Camogli a Punta Chiappa sino alle Batterie (246 m).
Ore 9. Costo 10€
La località, così chiamata per la presenza di bunker antiaerei costruiti durante la seconda guerra mondiale, si trova nel versante occidentale del Promontorio e regala punti panoramici mozzafiato.
L’appuntamento è alle ore 9 davanti Chiesa di San Rocco di Camogli. Prenotazione obbligatoria entro le ore 17 del venerdì allo 010/2345636 oppure entro le 12.00 del sabato precedente al 348/0182556.
L’escursione è garantita con un min. di 5 persone.


Giovedì 18 Aprile
In Ponte Nuovo a Santa Maria del Campo (Rapallo) si svolge la tradizionale festa dell'agricoltura, fiera di merci varie, piante e bestiame.
Per informazioni Comitato S.Maria del Campo tel.0185-262003


Sabato 27 aprile 
Sabato 27 aprile il 261 di via Mura delle Grazie ospita una serata dedicata totalmente al vero rock italiano: Italian Rock Night.
Quattro band si alterneranno sul palco a supporto di un' artista che assieme a pochi altri ha contribuito a scrivere una parte importante della cultura musicale rock indipindente, Omar Pedrini.
L'ex leader dei Timoria chiudera' il festival proponendo brani in acustico. Ad aprire la serata 4 band liguri: Acinideva, Tenebrae, Danger Lies, Splinderparì.


Sabato 27 Aprile e Domenica 28 Aprile
A Pegli sagra della farinata. Oltre alla distribuzione della prelibata specialità ligure, sono presenti anche mercatini di artigianato, hobbistica e gastronomia..




Domenica 28 Aprile
Ore 17.30
Francesco Cera - Organo e Clavicembalo
In memoria di Emilio Traverso, nel VI anniversario della morte.
Musiche di: M. Rossi, G. Frescobaldi, T. Tomkins, J. J. Froberger, L. Couperin
Chiesa di S. Torpete, Piazza S. Giorgio - Genova
www.musicaculturasantorpete.com
010-2468777





sabato 20 aprile 2013

Settimane complesse! Appuntamenti

Sì, queste sono davvero settimane impegnative e lo saranno, probabilmente, fino alla fine dell'anno...
Affrontiamo tutto con "coraggio" comunque!

Oggi non vi abbiamo deliziato con l'Aria che tira e ci dispiace, ma vi prometto, almeno, un doppio appuntamento (Mercoledì e Giovedì) con l'opera per la prossima settimana (anche perché questo Mercoledì non è stata "affrontata").

Domani, mentre noi saremo a studiare e a dedicarci agli articoli del blog, terminerà la famosa manifestazione la Storia in Piazza e ci sarà anche la manifestazione "La Mezza Maratona" (con Family Run,  di pochi km, annessa).

Lunedì torniamo, come al solito, con  la nostra rubrica dedicata agli eventi; Martedì, invece, una cronaca/intervista al gruppo emergente Midory Rain.

Sabato, infine, forse avremo la Recensione Emotiva :)

A presto e buon week-end a tutti!

Giorgia


lunedì 15 aprile 2013

Tosca al Cantero

Alle ore 21 di venerdì (19/4) al Teatro Cantero di Chiavari verrà messa in scena la Tosca di Giacomo Puccini.
Lo spettacolo è offerto dall'associazione Ritorno all'Opera in collaborazione con quella Amici del Teatro e del Tigullio.

I biglietti sono disponibili anche su happyticket.

Gli interpreti sono:
Floria Tosca - Capucine Chiaudani
Mario Cavaradossi - Alberto Cupido
Barone Scarpia - Ivan Marino
Cesare Angelotti - Gianmaria Patrone
Carceriere - Davide Mura
Spoletta - Mauro Buffolo
Sagrestano - Claudio Ottino
Sciarrone - Davide Mura
Pastorello - Melissa Briozzo

Nuova Orchestra Sinfonica di Chiavari
Coro Quadrivium




da anNOTAre - 8

Moltissimi eventi per voi in questa settimana! 
Oltre alla grande manifestazione culturale de "La Storia in Piazza" di cui trovate il programma ben leggibile e dettagliato qui, continuano le mostre e emergono i concerti: una vera e propria settimana musicale per Genova! 

Stavolta il contrario! Eventi di questa settimana subito e poi quelli in corso!

LA SETTIMANA


Lunedì 15 Aprile

Al Teatro Carlo Felice, alle ore 21, la GOG offre: Salvatore Accardo, Laura Gorna violino - Francesco Fiore, Simonide Braconi viola - Rocco Filippini, Cecilia Radic violoncello
Programma: Schönberg, Brahms


Martedì 16 Aprile 
Pro Festo Innocentium - alle 21:00
Un concerto per coro ed ensemble strumentale del GENOVA VOCAL ENSEMBLE diretto da Roberta PARANINFO; il programma, di rara esecuzione in Italia, è ispirato alla ricorrenza del 28 dicembre, dedicata ai bambini innocenti morti per ordine di Erode. A fianco delle composizioni di Michael Haydn trovano posto brani che il compositore contemporaneo Lorenzo Donati ha composto per questo progetto e per il Genova Vocal Ensemble.
Oratorio N.S. Assunta in Coronata - via Coronata 122 - 16152 Genova


Martedì 16 Aprile

Ore 1030 - UN'OPERA DI CONFINE (e non solo un'opera) - Oz on the Road
In coproduzione con Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse, dal romanzo di L. Frank Baum “The wonderful Wizard of Oz”
Da un'idea di Emanuele Conte
Libretto Fabrizio Gambineri
Direttore e Compositore Bruno Coli
Con la partecipazione di Alberto Bergamini
Regia Emanuele Conte
Assistente alla regia Nicholas Brandon
Con la collaborazione di Paola Bennici
Scene Paola Ratto
Costumi Guido Fiorato
Luci Luciano Novelli
Movimenti coreografici Claudia Monti
Orchestra e Coro di Voci bianche Fondazione Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro di Voci bianche Gino Tanasini

Prezzo: Giovani under 26 e gruppi scolastici € 5.00; Adulti € 10.00

Dopo il grande successo ottenuto la scorsa stagione, la programmazione per i Ragazzi del Teatro Carlo Felice ripropone nel mese di aprile l’opera di Baum. La trama del racconto - Dorothy letteralmente strappata da un uragano (compresi casa e cagnolino) dal mondo rurale, sereno e ottimistico in cui è cresciuta, viene catapultata nel fantastico mondo di Oz – merita oggi una riflessione, se non un aggiornamento. Si è voluto immaginare che la casa di Dorothy atterri sulla Route 66 negli anni ’60 del XX secolo. Lungo questa strada inizia un viaggio, avvengono incontri bizzarri quanti quelli di Baum e poco importa che l’Uomo di Latta sia un barbone che vive in una discarica e che abbia assemblato la propria corazza con quello che gli capitava tra le mani e poco importa che il Leone codardo sia un bullo di periferia che non fa paura a nessuno, una sorta di amletico James Dean che in cuor suo ammette la totale mancanza di cause alla sua ribellione. Lo Spaventapasseri, invece, è proprio uno spaventapasseri. Un oggetto di forma umana che Dorothy ben conosce: un richiamo alle sue origini, un confidente ingenuo. Uno spettacolo di musica e parole che mescola il musical alla lirica con derive rock, dedicato ad un pubblico di giovani e non.

Presso la Biglietteria del Teatro sono disponibili i CD rom didattici di OZ ON THE ROAD, contenenti:
i bozzetti dei costumi di Guido Fiorato
i bozzetti delle scenografie di Paola Ratto
un commento di Bruno Coli con un'accenno ai brani principali
un commento di Fabrizio Gambineri sul suo lavoro di ri-scrittura sul testo di Baum
alcune note di regia di Emanuele Conte
l'immagine della locandina e la locandina della scorsa edizioneI supporti didattici, propedeutici alla preparazione degli alunni alla visione dello spettacolo e all'ascolto dell'opera, saranno consegnati agli insegnanti che ne faranno richiesta
Lo spettacolo POMERIDIANO sarà trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! Per accedere occorre collegarsi alla piattaforma www.mymovies.it




Mercoledì 17 Aprile 

Il Pianoforte di Wagner in CD
Presentazione del doppio CD di Dario Bonuccelli
Ore 17,30

Nel bicentenario della nascita di Richard Wagner, l’Auditorium Montale ospita la presentazione di un interessante e prezioso cofanetto prodotto dalla Dynamic: un doppio CD contenente l’integrale delle opere pianistiche del grande compositore tedesco. Interprete, il pianista Dario Bonuccelli.
La presentazione sarà introdotta da Roberto Iovino e da Danilo Prefumo, che illustreranno l'iniziativa. Dario Bonuccelli suonerà alcuni dei brani incisi sul CD.

DARIO BONUCCELLI (1985) si forma con Luciano Lanfranchi. Si diploma in pianoforte nel 2004, presso il Conservatorio “N. Paganini” di Genova, col massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Si perfeziona con Franco Scala, Andrea Lucchesini e Pietro De Maria e nel 2011 si laurea al biennio specialistico ad indirizzo concertistico al Conservatorio Paganini con Marco Vincenzi con la votazione di 110, lode e menzione speciale. E’ diplomato anche in composizione e molti suoi lavori sono stati eseguiti in pubblico. Ha tenuto centinaia di concerti, come solista, solista con orchestra e in varie formazioni da camera, in 14 Paesi europei e Giappone, suonando in sale prestigiose (come il Teatro Bibiena di Mantova, la Wigmore Hall di Londra, il Palazzo Reale di Stoccolma, il Teatro Caio Melisso per il Festival di Spoleto, il Teatro Comunale di Firenze per il Maggio Musicale, il Kashihara Theatre di Osaka, Sala Verdi di Milano…).
E’ appena uscito, per l’etichetta Dynamic, il suo doppio CD con l’Integrale Pianistica di Richard Wagner.
Contemporaneamente agli studi musicali ha seguito il corso di Laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Genova, conseguendo la laurea specialistica, con 110 e lode, con tesi in Storia della Musica.
Dal 2010 è collaboratore pianistico al Conservatorio Paganini di Genova ed è docente di pianoforte all’Accademia Edward Neill di Genova. Insegna inoltre pianoforte e composizione ai “Corsi Annuali di Musica” organizzati a Camogli dal Gruppo Promozione Musicale Golfo Paradiso.


Mercoledì 17 Aprile 
La Feltrinelli di via Ceccardi ospita il rapper Salmo. Dopo il successo sfolgorante di Death USB Salmo torna con un nuovo attesissimo album di inediti: Midnite. Ore 1630.
Con il suo talento l’artista è riuscito a ribaltare l'attuale scena rap/hip hop italiana, travolgendola col il suo mix di rap classico, dubstep, grime e rock più duro, cambiando in un solo anno i connotati di genere, introducendovi elementi innovativi di dubstep e rap hardcore.


Giovedì 18 Aprile
Vinicio Capossela - Sala Chiamata del Porto di Genova. Ore 21
Il cantautore e polistrumentista italiano si esibisce in sostegno della Comunità San Benedetto al Porto di Don Gallo, che organizza questo evento per lanciare il conto corrente verso la Fondazione Don Andrea Gallo.
Capossela insieme ai Rebetici Ginnasti chiude l'esaltante tour che dal giugno dell'anno scorso lo ha portato a esibirsi in teatri, club e centri sociali in Italia e in Europa proponendo al pubblico genovese brani inediti e nuove versioni di pezzi provenienti dalla sua passata discografia, reinterpretati attraverso la chiave stilistica del rebetiko, un genere di strada nato in povertà fra il popolino delle periferie e degli angiporti, fiorito artisticamente a partire dai primi decenni del secolo scorso.
Un genere che si abbina alla perfezione all'atmosfera del Porto e alle sue storie.
Biglietto con offerta minima di 15 euro.



Venerdì 19 Aprile 
Ore 20.30
Dmitrij Kitajenko - Direttore
Orchestra del Teatro Carlo Felice

Wolfgang Amadeus Mozart: Sinfonia n.36 in Do maggiore K425 (Linz)
Pëtr Il'ič Čajkovskij: Sinfonia n.5 in mi minore, op. 64

Il concerto sarà preceduto da una presentazione di Massimo Pastorelli nel Primo Foyer del Teatro alle ore 19.00. Apertura al pubblico a partire dalle ore 18.45.


Venerdì 19 Aprile
Andrea Bacchetti al pianoforte all'ex cinema Ambra Campomorone - Ore 2045 - 8€
www.compomoroneecultura.it


Venerdì 19 Aprile
Teatro Politeama Genovese ospita lo spettacolo di Lillo e Greg Sketch & Soda 2013. Ore 21
Brevi atti unici che descrivono l’animo umano, le piccolezze e le stranezze che ci circondano. Situazioni paradossali, salti spazio-temporali a metà strada tra sogno e realtà. Ritmo serrato e tanta musica dal vivo, attraverso la comicità surreale, grottesca e cinica di Lillo e Greg, amatissimi e geniali mattatori di moltissimi programmi radiofonici e televisivi. L'accompagnamento musicale è di Attilio Di Giovanni.


Venerdì 19 Aprile

Muddy Waters di Calvari ospita il concerto di Zibba e Almalibre, band composta da ovvero Andrea Balestrieri alla batteria, Federico Manno alla chitarra, Massimiliano Rolff al basso, Lucas Bellotti al basso, Daniele Franchi alla chitarra e Stefano Riggi al sax. Il cantautore savonese, vincitore lo scorso anno del Premio Tenco , si esibisce con la band proponendo il suo repertorio che spazia tra la musica rock, blues, reggae, jazz, balcanica, italiana e nordica. Ore 2230 - 15€


Sabato 20 aprile 
Al Teatro Carlo Felice di Genova - concerto di Cristiano De Andrè, che presenta al pubblico il nuovo atteso disco Come in cielo così in guerra. 
Ore 21 - 28€

Personaggio emblematico e controverso, artista di un calibro culturale profondo e mai scontato, cantante e polistrumentista di grandissimo spessore e personalità, con il nuovo prodotto discografico, ritorna al grande pubblico a due anni dalla fortunata tournée "De André canta De André".
Nello spettacolo propone le nuove canzoni accompagnato dalla sua band storica, ma ancora racconterà la sua storia con suo padre attingendo dall'immenso e fantastico repertorio di Fabrizio. Cristiano è l'unico vero erede del patrimonio deandreiano che è ormai parte della storia della musica e delle letteratura italiane e che sicuramente è nelle radici di noi tutti.
Con il nuovo Come in cielo, così in guerra inizia una nuova fase: Cristiano è un artista più maturo ed originale, pronto ad entrare a tutti gli effetti tra i grandi protagonisti della musica d'autore italiana.


Sabato 20 Aprile
Rita Marcotulli - piano solo - Jazz - Villa Bombrini
La pianista romana attiva è da anni nel campo del jazz, oltreché autrice di numerose colonne sonore e teatrali.


Domenica 21 Aprile

Raphael Gualazzi torna ad esibirsi dal vivo, con Happy Mistake Tour che porterà sui palchi dei principali teatri d’Italia il suo inconfondibile sound con i brani dell’ultimo disco di inediti Happy Mistake (uscito il 14 febbraio), che contiene anche i brani presentati al Festival di Sanremo Senza ritegno, scritto, prodotto e arrangiato dallo stesso Raphael e Sai (ci basta un sogno), scritto e prodotto da Raphael con l’arrangiamento di Vince Mendoza (già collaboratore, tra gli altri, di Robbie Williams, Bjork ed Elvis Costello).
Gualazzi è noto al grande pubblico grazie alla vittoria nel 2011 del Festival di Sanremo Giovani con il brano Follia d'amore e, nello stesso anno, si è classificato al secondo posto all'Eurovision Song Contest.
Nel corso di Happy Mistake Tour sarà accompagnato sul palco da 9 musicisti, 8 dei quali francesi tra cui 3 coriste, in uno spettacolo dinamico ed sfaccettato che alterna atmosfere suggestive a momenti dall’energia intensa e travolgente sulle linee del blues e del jazz con incursioni nel gospel e nel soul ma anche nel rock e nel country.

Ore 21 -  25€





sabato 13 aprile 2013

Aria che tira VIII- Vendettaaaa!!

Ooohhhhh è passato talmente tanto tempo dall'ultima volta che ho scritto sul blog che quasi non ricordo più come si fa! Ahahah meno male che è semplice, sono veramente negata ad usare il computer... In ogni caso eccomi qui a deliziarvi/torturarvi con una nuovissima Aria che tira!! Siete felici? Vi sono mancata? Ma non perdiamo tempo e passiamo subito all'opera d'arte che vi propongo stamattina! Una canzone che ho trovato terribilmente affascinante sia per musica, sia per testo, sia per interpreti e che vorrei assolutamente dedicare alla mia adorata collega che tanto ama la stagione celebrata da questo pezzo magnifico. Giorgia, questa è tuuuutta per te! :) (Vendetta per la vecchia Aria che tira dedicatami!!! Non potrò mai dimenticare quella povera Traviata....) Godetevela tutti davvero perchè è fantastica! Ecco a voi:

Lil Angel$ - Estate (ft Gioker & Ben-J)

 

[Io personalmente ho trovato semplicemente geniale il commento di Tommy Doodge (che dopo ciò è divntatp il mio idolo) che ha semplicemente scritto: "Dopo questo video sono diventato razzista, e sono nero."]


E per farvi riprendere un po' da questo shock, vi lascio con la cover estremamente creativa ed originale di Somebody That I Used to Know  dei Walk off the Earth. Io personalmente li adoro. Bellissime voci tutti e grandissime capacità musicali (suonano in 5 una chitarra!!!) Fantastici! Riesco a preferirli alla versione originale della canzone :)))

Somebody That I Used to Know - Walk off the Earth (Gotye - Cover) -Aysima


Con questo vi auguro una buona giornata! A presto :)
Ginevra

giovedì 11 aprile 2013

Concerto della European Union Youth Orchestra (8 Aprile 2013)

L'attesissimo concerto dell'orchestra giovanile dell'unione europea , diretta dal M. Vladimir Ashkenazy , al teatro Carlo Felice di Genova non ha tradito le comuni aspettative ; pur presentando un difficile programma gli orchestrali si sono comportati da veri professionisti ed hanno stupito il pubblico con esecuzioni quasi sempre magistrali!
L'evento si è aperto con la suite "Valses nobles et sentimentales" di Maurice Ravel (Moderè , Assez lent , Moderè , Assez animè , Presque lent , Assez vif , Moins vif , Èpilogue) , scritta originariamente per pianoforte ed eseguita per la prima volta nel 1911 per la Societe Musicale Indipendante alla Salle Caveau . Mi ha particolarmente stupito la velocità con la quale Ashkenazy ha fatto il suo ingresso ed ha dato il via al concerto !! Non c'è stato neppure il tempo per finire di applaudire l'illustre direttore che già l'orchestra stava suonando ! La serie di otto valzer che compongono la suite sono inoltre una particolare interpretazione del valzer viennese che Ravel stravolge in corso d'opera .
Sempre proseguendo nella prima parte dello spettacolo il violino solista Isabelle Faust ha eseguito il concerto in re minore per violino ed orchestra op. 15 di Benjamin Britten . Questo brano caratterizzato da grandi virtuosismi si sviluppa in tre movimenti  (moderato con moto , vivace ed andante lento) e presenta molte caratteristiche identificative e presenti nella letteratura dell'autore nato a Lowestoft nel 1913 , del quale quest'anno inoltre ricorre il centenario . La solista ha eseguito da vera virtuosa il particolare concerto regalando momenti magici ! Personalmente non mi ha impressionato così come mi aspettavo , forse perché in alcuni momenti ha prediletto la tecnica rispetto ad altri virtuosismi seppur importanti . Il bis a termine della prima parte del concerto è stato un brano di Igor' Fedorovic Stravinskij eseguito da una formazione da camera : violino , fagotto , clarinetto ed oboe (se non erro) .
La seconda parte dello spettacolo si è sviluppata sul tema de "Le Sacre du Printemps", composizione assai difficile del noto autore Igor' Fedorovic Stravinskij , che ha impegnato l'orchestra al gran completo ! La celeberrima opera , diventata l'emblema delle avanguardie musicali di inizio novecento , e considerata da molti un monolite nel panorama musicale del XX secolo , è posta a descrivere i riti pagani primordiali della russia per l'avvento della primavera . Il soggetto fu elaborato con l'aiuto del pittore Nicholas Roerich e la prima rappresentazione con il balletto avvenne il 29 maggio del 1913 al Theatre des Champes-Elysees con la collaborazione di Sergej Diaghilev , direttore della compagnia dei balletti russi .        

I giovani professionisti della "European Union Youth Orchestra" sono stati insuperabili , ad un livello pari se non superiore a quello delle più famose orchestre internazionali !!
Il brano , di Faurè , eseguito come bis ha segnato , nell'ambito della serata , un ritorno alla vera e pura tonalità dopo le composizioni di Stravinskij !

C'è stato un particolare che spero non sia sfuggito all'attenta vista degli spettatori : al termine vero e proprio del concerto , dopo i lunghi applausi , tutti i membri dell'orchestra hanno iniziato a complimentarsi vicendevolmente e ad abbracciarsi !! Sono fermamente convinto che con questo semplice gesto i giovani abbiano dimostrato un'unità , indispensabile , che non solo migliora la convivenza in un ambiente lavorativo (o pseudo-lavorativo) ma che anche contribuisce a far di questa formazione una tra le orchestre giovanili più apprezzate !!

mercoledì 10 aprile 2013

Aere Sonoro - Concerto Lirico


Simon Boccanegra - Maratona Verdi 2013 - XI (II parte)


Ecco la fine della nostra "analisi" del Boccanegra, iniziata mercoledì scorso!

Curiosità
Alcuni giorni dopo l'andata in scena della seconda versione, scrivendo all'amico Opprandino Arrivabene, Verdi osservò che Simon Boccanegra è opera "triste perché dev'essere triste, ma interessa" (è la stessa frase che usa Pestelli per il suo saggio n.d.r.). Nel porre l'accento sulla caratteristica più evidente di quest'opera, la sua tinta scura e malinconica, questo lapidario giudizio solleva un interrogativo di fondo: quali ragioni hanno spinto Verdi a tornare su questa partitura a distanza di decenni, in un momento delicatissimo della sua carriera, per di più interrompendo la composizione di Otello? Le motivazioni sono molteplici e di diversa natura: se da un lato l'operazione si giustifica come una sorta di prova generale volta a saggiare, dopo tanti anni di silenzio, le reazioni del pubblico di fronte alla sua nuova musica, nell'attesa di proporre un'opera originale; dall'altro le parole del musicista lasciano intendere che quest'opera, nonostante l'insuccesso, era rimasta nel suo cuore. Si racconta che Verdi abbia in seguito confidato al nipote Carrara di aver voluto bene al Simon Boccanegra «come si vuol bene al figlio gobbo.»
Simon Boccanegra è una di quelle partiture verdiane – come Macbeth e Don Carlos – che, al di là del loro valore artistico, difficilmente avrebbero potuto aver accesso alla popolarità nel corso dell'Ottocento, in quanto il suo soggetto non ruota intorno ad una grande storia d'amore o ad un infiammato dramma di popoli in lotta per la libertà.
Incentrato su un tema ricorrente nel teatro verdiano - la crisi di un sistema di potere e di affetti familiari - Simon Boccanegra finisce infatti per capovolgere i convenzionali rapporti di forza tra i personaggi: non solo il protagonista è il baritono, ma il suo vero antagonista non è il tenore (l'innamorato giovane e romantico) bensì il basso, mentre la donna contesa non è l'amante, bensì la figlia dell'uno (Simone) e la nipote dell'altro (Fiesco). Il cuore dell'opera è rappresentato da un intreccio fatale di odii atavici e fraintendimenti, in una cronica impossibilità di intendersi e comunicare. Le passioni torbide e irrisolte che animano quest'opera buia, complessa e tormentata, sono destinate a sciogliersi solo dopo che l'inesorabile trascorrere del tempo ne ha levigato l'asprezza, ovvero con l'approssimarsi della morte. Tra il prologo e i tre atti trascorrono ben venticinque anni, ed è suggestivo raffrontare questo scarto temporale con il lasso di tempo - ventiquattro anni: dal 1857 al 1881 - che separò nella realtà la nascita delle due versioni: si direbbe che lo stesso Verdi, per trovare il vero senso di questo dramma, abbia avuto bisogno di riconsiderarlo con uno sguardo retrospettivo, quello stesso sguardo che domina l'atto conclusivo dell'opera e lo rende così umanamente struggente.
Se dal punto di vista drammaturgico la modifica più importante introdotta dalla versione 1881 riguarda il quadro che chiude il primo atto, composto ex novo e destinato a diventare la scena più intensa e spettacolare dell'opera, sul piano poetico appaiono non meno determinanti i cambiamenti alla prima parte del prologo e, in particolare, l'aggiunta di quel breve ma straordinario preludio il cui motivo principale – «una cellula drammatico–narrativa a vite perpetua», come la definisce Massimo Mila – sembra far scaturire il dramma dalle brume della memoria, dando piena evidenza musicale all'idea fondamentale del trascorrere del tempo.
Il colore complessivamente severo deriva sia dal largo impiego di uno stile vocale tra il declamato e l'arioso (quanto a dire dall'assenza di motivi orecchiabili: a nessuna delle arie è toccato in sorte di entrare a pieno titolo nel repertorio concertistico), sia dal predominio delle voci gravi e virili (Simone, Fiesco, ma anche i congiurati Paolo e Pietro, e lo stesso coro, per lo più maschile), cui si contrappone una sola voce femminile: quella luminosa e calda del soprano lirico che interpreta il ruolo di Amelia, la giovane donna tenera e gentile, coinvolta suo malgrado nel dramma esistenziale e politico degli uomini che l'amano e ne fanno oggetto delle loro contese.
Il protagonista, un plebeo dall'animo nobile provato in gioventù da un atroce dolore, canta nel registro vocale più caro a Verdi, quello di baritono. Il suo nemico, l'inesorabile patrizio Jacopo Fieschi - una figura di padre-padrone ricorrente spesso nel teatro verdiano, da Zaccaria (Nabucco) a Rigoletto, da Giorgio Germont (La traviata) ad Amonasro (Aida), da Filippo II (Don Carlos) al Marchese di Calatrava (La forza del destino) - in quello di basso.
Più sullo sfondo si staglia la coppia degli innamorati, costituita da Amelia e Gabriele Adorno, il giovane patrizio dall'animo ardente ma leale (tenore). La loro limpida storia d'amore ha la funzione di creare un contrasto con le torbide, inespresse passioni, incancrenite dal tempo, che tormentano gli animi dei due antagonisti, segnalando in tal modo la distanza generazionale che sussiste fra i due mondi. Quest'opera cupa e triste si conclude infatti con un lutto compensato dalla promessa di un tempo migliore e con un messaggio di pace e d'amore: simile ad un passaggio di testimone, la morte di Simone coincide con la promessa di nozze degli innamorati e con l'elezione a Doge di Gabriele, cosicché il momento della riconciliazione nasce catarticamente da quello della sofferenza.
Illuminante per comprendere il senso del lungo travaglio e dell'inutile odio che distrugge la vita di Simone e di Fiesco è il peso che Paolo Albiani, il congiurato (un altro baritono) viene ad assumere per effetto della revisione 1881, soprattutto sotto la spinta di Boito, fatalmente attratto verso personaggi mefistofelici. Non è un caso che proprio la condanna a morte di Paolo, il simbolo stesso del male, e la sua definitiva uscita di scena preceda immediatamente il grande duetto della riconciliazione.
Musicalmente la partitura risente inevitabilmente degli anni che trascorrono tra la prima e la seconda versione e delle esperienze umane ed artistiche del suo autore. Le parti nuove sono facilmente riconoscibili e presentano una finezza di scrittura ed una brillantezza ritmica e timbrica lontane dallo stile disadorno e un po' monocorde dell'opera del 1857. La tinta ombrosa che caratterizza la prima versione permane anche nella seconda, ma attraversata da lampi sinistri che, nella terribile scena della maledizione che chiude il primo atto, arrivano a coagularsi in effetti espressionisti.
Opera avara di grandi arie, Simon Boccanegra si fa invece apprezzare per una straordinaria aderenza della musica al dramma, già riscontrabile nella versione originale ma notevolmente accresciuta dalla revisione, che elimina i brani più convenzionali e trasforma alcuni recitativi in moderni declamati melodici. Unica pecca dell'opera - è stato detto - è la presenza di un secondo atto che, per ragioni di struttura narrativa, Verdi non ha potuto rielaborare se non in minima parte e che, nella sua brevità, schiacciato com'è tra la grandiosità della scena finale del primo atto e la commovente tragicità del terzo, ha quasi l'aspetto di una parentesi e di un ritorno al Verdi più convenzionale. Ma anche qui, la qualità della musica e la sintesi drammatica sono tali da giustificare la piena riabilitazione che la critica ha ormai accordato a questa partitura intensa e sottile, che, tra le altre cose, ha il merito di offrirci uno dei ritratti più autentici dell'uomo Verdi: pessimista, scuro ma – come la sua opera – sempre umano e profondo.

Simone Boccanegra




C’è una piazzetta nei caruggi, lì c’era la sua casa.
E lì c’è una una targa a ricordo del suo illustre abitante: Simone Boccanegra, il primo Doge della Superba.
Altre info e foto qui.


Incisioni discografiche 
Trovate due versioni della discografia, migliori di quella che vi propongo, tra i documenti che vi ho allegato.

Versione del 1881 
1939 Lawrence Tibbett, Elisabeth Rethberg, Giovanni Martinelli, Ezio Pinza - Ettore Panizza 
1951 Paolo Silveri, Antonietta Stella, Carlo Bergonzi, Mario Petri -  Francesco Molinari-Pradelli
1957 Tito Gobbi, Boris Christoff, Victoria de Los Angeles, Giuseppe Campora - Gabriele Santini
1958 Tito Gobbi, Leyla Gencer, Mirto Picchi, Ferruccio Mazzoli - Mario Rossi
1961 Frank Guarrera, Giorgio Tozzi, Renata Tebaldi, Richard Tucker - Nino Verchi
1976 Piero Cappuccilli, Katia Ricciarelli, Giorgio Merighi, Nicolai Ghiaurov - Oliviero de Fabritiis
1973 Piero Cappuccilli, Ruggero Raimondi, Katia Ricciarelli, Plácido Domingo - Gianandrea Gavazzeni
1977 Piero Cappuccilli, Nicolaj Ghiaurov, Mirella Freni, José Carreras - Claudio Abbado
1984 Sherrill Milnes, Paul Plishka, Anna Tomowa-Sintow, Vasile Moldoveanu - James Levine
1987 Piero Cappuccilli, Ruggero Raimondi, Katia Ricciarelli, Placido Domingo - Gianandrea Gavazzeni
1988 Leo Nucci, Paata Burchuladze, Kiri Te Kanawa, Giacomo Aragall - Georg Solti
1995 Vladimir Chernov, Dame Kiri Te Kanawa, Plácido Domingo, Robert Lloyd - James Levine
2010 Placido Domingo, Adrianne Pieczonka, Marcello Giordani, James Morris - James Levine


Versione originale
1975 Sesto Bruscantini, Josella Ligi, Andre Turp, Gwynne Howell - John Matheson 
1999 Vitorio Vitelli, Annalisa Raspagliosi, Warren Mok, Francesco Ellero d'Artegna - Renato Palumbo 


Spartito, parti e partiture qui. L'opera è edita in Italia da Ricordi.
Libretto in versione web o pdf o nei nostri file.

Approfondimenti:
Saggio di Giorgio Pestelli
Saggio di Daniela Goldin Folena
Saggio di Alessandro Taverna
Analisi musicale di Gilles de Van
Discografia di Giuseppe Rossi
Appunti per una discografia di Giuseppe Rossi
Programma di sala del Teatro La Fenice di Venezia
Programma di sala del Teatro Lirico Verdi di Trieste



A presto con la prossima opera!
Giorgia



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