domenica 17 marzo 2013

Pollini Vs Battistoni



Ahhhh che bella settimana! Il Carlo Felice mi ha offerto due chicche che mi sono potuta godere appieno: mercoledì sera il teatro ha ospitato niente meno che il grande pianista italiano Maurizio Pollini che si è esibito con un programma interamente dedicato a Beethoven (niente Chopin, peccato!), mentre invece venerdì pressapoco alla stessa ora il mitico Andrea Battistoni è tornato a guidare l'orchestra proponendo un programma importante ed imponente dedicato, invece, a S. Barber, R. Wagner e G. Mahler.
Allora, cominciamo con il pianista! Il Maestro Pollini ha suonato le ultime tre sonate di Beethoven, la 109, 110 e la 111, e come bis ha proposto- sempre di Beethoven- delle Bagatelles. Queste ultime tre sonate sono, penso, tra le composizioni pianistiche più interessanti e complesse. Tutte, ed in particolar modo l'ultima, sono state lavorate alungo dall'autore tedesco, che inizialmente si era accordato con l'editore Schlesinger di comporle nell'arco di tre mesi e a cui poi, invece, aveva dedicato poco più di due anni.

Per quanto il mio senso artisticosia assolutamente discutibile, devo dire che l'interpretazione del Maestro delle prime due sonate è proprio distante dalla mia concezione di questi pezzi. La dinamica delle frasi e i colori erano diversi da come me li aspettavo eseguiti da lui, visto anche che dalle sue registrazioni paiono diverse da come poi le ha suonate, ma in ogni caso ho trovato questa variazione di carattere interpretativo molto interessante! D'altro canto non si può sempre rimanere ancorati alle proprie idee, sperimentare ed ascoltare pensieri diversi è molto utile :)) Per quanto riguarda l'ultima sonata posso dire di essere rimasta completamente soddisfatta! E' stato proprio un piacere ascoltarla, visto e considerato poi che è tra le mie tre sonate di Beethoven preferite! L'apice vero e proprio, però, del Maestro Pollini è stato secondo me, senza dubbio, l'ultimo tempo della sonata. La cosa interessante e particolare di questa composizione è che consiste "soltanto" in due tempi: sappiamo che sicuramente all'inizio doveva essere in tre tempi, ma nel momento in cui il secondo tempo prese la forma che conosciamo, Beethoven abbandonó l'idea di un terzo movimento. Emblematiche, perfette e concise sono le parole di Thomas Mann, nel suo "Doctor Faustus":
"Un terzo tempo? Una nuova ripresa…dopo questo addio? Un ritorno…dopo questo commiato? Impossibile. Tutto era fatto: nel secondo tempo, in questo tempo enorme la sonata aveva raggiunto la fine, la fine senza ritorno. E se diceva <<la sonata>> non alludeva soltanto a questa, alla sonata in do minore, ma intendeva la sonata in genere come forma artistica tradizionale: qui terminava la sonata, qui essa aveva compiuto la sua missione, toccato la meta oltre la quale non era possibile andare, qui annullava se stessa e prendeva commiato- quel cenno d’addio del motivo re-sol sol, confortato melodicamente dal do diesis, era un addio anche in questo senso, un addio grande come l’intera composizione, il commiato dalla Sonata." Terzo tempo o no comunque, il Maestro l'ha proprio suonata bene!
E' stato altrettanto interessante comunque notare come più che la musica in sè, lo strano pubblico genovese fosse più interessato alla "persona" del maestro: girando per la sala durante l'intervallo, ascoltando senza volere i commenti generali, non mi è capitato di sentire nemmeno una osservazione sull'interpretazione del maestro, o sulla bellezza dei pezzi o, in ogni caso, una nota ( ahahahha, parola azzeccatissima!!) di carattere musicale, ma solo grandi discussioni sul modo rigoroso di muoversi del maestro, del suo portamento, dei suoi vestiti... Ascoltando questi discorsi mi ha dato l'impressione quasi che ciò ciò che l'artista comunicava con la sua sola presenza fosse ben più importante della sua musica. Ma magari sbaglio.... Comunque sia, è stato un concerto molto interessante, sono felice di essere riuscita a prendervi parte!


Ed ora passiamo al concerto che la mia sfortunata collega non ha avuto il piacere di gustarsi! Ahahahah e pensare che la quinta di Mahler è nelle sue assolute preferenze.... Ahahaha che si è persa!! Il concerto è stato magnifico! Piacevole, non eccessivamente lungo, ben eseguito, con un programma estremamente appassionante! E' iniziato con un drammatico "Adagio per archi" di Samuel Barber, è proseguito con un notevole "Idilio di Siegfried" di Richard Wagner ed è terminato in un turbine di colori, di passione nelle mille sfumature della musica della Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler. La chiarezza dei passaggi, l'espressività di tutti i pezzi (sia dell'adagio, sia dell'idilio, sia delle tre parti della sinfonia) sono stati coinvolgenti ed indimenticabili. Di nuovo Battistoni non ci ha delusi! :) Fantastico come lo era stato nella direzione del Machbeth! Peccato che lo "spettacolo" nella platea, invece, fosse veramente desolante: arrotondando per eccesso, in sala ci saranno state si e no 200 persone. Peccato davvero! Gli "assenti" si sono persi, lasciatemelo dire con il cuore in mano, un concerto con i controfiocchi!

Spero che in compenso nessuno si perda il futuro concerto della GOG: lunedì 25 marzo si esibirà András Schiff, in un programma (ancora) interamente dedicato a Beethoven! Chi può vada e vedrà che non se ne pentirà!
Buona giornata a tutti!
A presto

Ginevra

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